Economia circolare e regolamento sugli imballaggi

29 Ottobre 2022 Vincenzo Coppa

Come ridurre se non eliminare i rifiuti ? Questa è la domanda chiave su cui si incardina il modello dell’economia circolare che, prima di essere un modello produttivo, è una corrente di pensiero. La sfida che l’Europa si pone è quella di riprogettare le nostre organizzazioni produttive affinché venga ridotto l’impatto sull’ambiente delle nostre azioni di consumo diminuendo il flusso dei materiali che finiscono in discarica o facendo in modo che l’output finale del nostro consumo non sia un rifiuto ma una materia prima da riutilizzare in una filiera produttiva. L’idea di base è quella di imitare gli ecosistemi naturali dove il concetto di rifiuto non esiste. Allineare una società allenata ad uno specifico stile di consumo a questo nuovo modo di pensare è una sfida importante e non priva di ostacoli e rischi.

Anche modificare la più semplice delle azioni quotidiane, come bere dell’acqua, può avere degli impatti inimmaginabili sull’ambiente e sulle vite degli altri.

La reazione del mondo produttivo, documentate dagli articoli del Sole24ore, testimoniano le preoccupazioni per la tenuta di filiere italiane specializzate sul riciclo.

D’altro canto, uno tra i problemi più drammatici dei nostri tempi è l’invasione dei rifiuti di plastica e delle micro plastiche nei mari e nelle falde di acqua dolce che minaccia la sopravvivenza degli ecosistemi naturali e la salute dell’umanità.

Il percorso intrapreso è difficile ed è necessario un etico e costruttivo dialogo tra le parti in causa avendo ben chiaro l’obiettivo finale sancito dall’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.